Julien Verhaeghe, Gaël Davrinche. Corpus Botanica, Paris, Éditions Lord Byron, 2024
1a edizione
Edizione di 500 copie
Copertina rigida, 22,7 x 29,8 cm, 304 pagine
Edizione trilingue in francese, inglese e tedesco
Traduzione in tedesco di Barbara Hahn
Tradotto in inglese da Simon Thurston
ISBN : 978-2-491901-71-4
Gaël Davrinche. Corpus Botanica è la prima opera pubblicata sull'opera di Gaël Davrinche dedicata ai fiori.
Gaël Davrinche è un pittore francese nato nel 1971. Vive e lavora nella regione di Lille. Diplomatosi all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi nel 2000, dal 2007 insegna disegno e pittura presso gli Ateliers de Sèvres e da allora conduce una carriera artistica internazionale. La sua prolifica opera, che prende la forma di dipinti, disegni, sculture e stampe, reinveste principalmente i generi classici del ritratto e della natura morta in un dialogo plastico tra la tradizione e la completa decostruzione di quest'ultima.
L'artista non smette mai di scavare, di approfondire, di attingere dal cuore della Storia dell'Arte nelle opere dei suoi illustri coetanei ciò che, secondo lui, è l'essenza stessa della pittura. Prendendo spesso in prestito il registro grafico dell'infanzia, cita e caricaturizza con umorismo i capolavori dell'arte europea nell'ambito di una lunga serie chiamata "Les Revisités". Sollevando la questione della legittimità del ritratto dipinto, in un'epoca in cui le commissioni non esistono più, Davrinche ha affinato il suo pensiero nel corso degli anni, in particolare con le serie "Under the skin" e "Kalashnikov". Fondamentalmente libero, il suo lavoro è a volte incisivo e nervoso, a volte perfettamente meticoloso. L'audacia con cui l'artista alterna gli stili, passando dal realismo colto all'espressionismo più spontaneo, illustra il suo attaccamento alla pittura come mezzo dalle possibilità inesauribili, nonostante la critica abbia spesso annunciato il contrario.
Perfettamente complementari, i Memento Mori conferiscono un respiro pensoso all'opera di Gaël Davrinche. In questa serie di disegni e dipinti raffiguranti fiori appassiti, l'artista affronta il tema senza tempo del ciclo della vita attraverso il prisma dell'allegoria, dipingendo infine un ritratto vuoto dell'uomo che affronta la propria ansia esistenziale. (Fanny Giniès)
Julien Verhaeghe ha conseguito un dottorato in Estetica presso l'Université Paris 8 e un diploma presso la Beaux-arts de Paris-Cergy. È curatore di mostre e ricercatore in estetica. Insegna all'Université Catholique de l'Ouest di Angers e all'École Camondo di Parigi. Nel 2018, la sua attività di critico d'arte e curatore lo ha portato a fondare la rivista Possible, dedicata alla pratica della critica d'arte e all'organizzazione di eventi per metterla in pratica. È stato nominato per il premio di critica d'arte AICA-Francia nel 2019. Tra i suoi libri ricordiamo Art & Flux. Un portrait du contemporain pubblicato da L'Harmattan nel 2014 e Photographie, Media et Capitalisme pubblicato da L'Harmattan nel 2009 e coedito con François Soulages.